VALERIO ZANICOTTI
ARCHITECTURE PHOTOGRAPHER
LE CORTI DI MILANO
«Milano è una città senza una corte nobile, ma piena di corti signorili» ¸ questo ha detto Philippe Daverio e tanti scrittori, da Montale a Gadda, da Buzzati a Tessa, ne hanno narrato le bellezze composte, quasi pudiche.
Segreti palazzi della nobiltà di un tempo, giardini nascosti, cortili con colonnati e statue barocche, lussureggianti fontane, balconcini in ferro battuto del 1600, archi e scalinate prestigiose e molto altro è nascosto nel cuore di Milano.
Dietro le facciate austere, i palazzi milanesi, nascondono veri e propri tesori: ho girato la città, principalmente il suo centro storico, entrando portone dopo portone, quindici volte invano. Ma ecco che attraversato il sedicesimo portone si scoprono cose stupende, assolutamente inedite, sinfonie di grigi o di colore, contrasti di forme, straordinarie curiosità del passato. Stralci di un mondo che ogni giorno di più scompare. E, fra i molti rifiuti ringhiosi d’accesso, la fortuna mi dona confortanti accoglienze: un custode entusiasta che mi narra la storia del “suo” palazzo, un uomo d’affari che mi consiglia un cortile nascosto da fotografare, un’inquilina che annaffia i garofani su una ringhiera. Ecco: questi sono i gesti che risollevano il morale.
Dentro questi spazi quasi segreti, che si aprono spesso l’uno nell'altro, ho scoperto l'eleganza sobria, mai ostentata, delle belle case altoborghesi meneghine.
CORSO MAGENTA
Forse perché è stretto tra due vie importanti dello stradario milanese e rappresenta l’ideale continuazione da un lato della via dello shopping, corso Vercelli, e dall’altra di quella che porta dritto dritto al Duomo, via Meravigli. Forse perché non è certamente popolato da fashion addicted, visto anche che i negozi non sono certamente il piatto forte della via. Ma corso Magenta merita di essere scoperto per diverse ragioni che includono in una sola visita cibo per la mente, per gli occhi e per il cuore, e che portano in una dimensione discreta tipica della vecchia Milano con i suoi cortili e le sue chiese: dalla Basilica di Santa Maria delle Grazie, che ospita l’ultima cena, alla chiesa di san Maurizio al Monastero Maggiore, chiamata dai Milanesi “la Cappella Sistina di Milano” per la sua volta affrescata.
La bellezza di questa via sta anche nelle sue costruzioni piene di storia, come Palazzo Litta, grande esempio di architettura barocca milanese, e il palazzo delle Stelline, chiamato così perché in passato ospitava le “stellin” ovvero le orfanelle milanesi.
Ciò che amo di questo quartiere sono la sua tranquillità e la sua discrezione, quasi un “dolce understatement” che fugge per un attimo all’altrimenti bolgia dantesca che rende la città frenetica per antonomasia. Qui, invece, basta girare un angolo o entrare in un cortile per essere trasportati in una dimensione parallela e respirare il profumo della storia di Milano.
VIA DANTE, IL CASTELLO E PIAZZA DUOMO
Via Dante è il cuore pulsante del commercio milanese. Gli edifici principali furono costruiti quasi tutti alla fine del XIX sec. con una duplice finalità: commerciale e residenziale. Tra i più importanti vanno ricordati Casa Broggi, casa Cavalli e casa Cicchieri, mentre all’angolo con via Rovello si può ammirare Palazzo Carmagnola, unico edificio scampato alla demolizione dell’antico quartiere.
Questa via, larga e spaziosa, fu aperta alla fine del XIX secolo per unire, quasi scenograficamente, piazza Cordusio e il Castello Sforzesco. Camminando lungo via Dante si giunge in largo Cairoli che conserva al suo centro il monumento a Giuseppe Garibaldi, dalla parte opposta, invece, si arriva al Castello Sforzesco.
Camminando lungo via Dante si può rimanere abbagliati dal Castello sullo sfondo o correre veloci verso l’immensa Piazza Duomo, ma per coloro che non si fanno distrarre dai tanti negozi ai lati della strada, si possono scovare, dietro ai portoni spalancati, meravigliosi cortili.
BRERA E L’ACCADEMIA
Ecco Brera: per i romantici, i bohémienne o aspiranti tali, gli innamorati dell'happy hour o solo per gli innamorati. Ma anche per i curiosi che si perdono davanti al luccichio di nuove e antiche vetrine, e gli studenti che frequentano l'Accademia.
Via Brera e dintorni è un angolo di estro nella Milano più avvezza ad usare misura, ordine, ragionamento e puntualità, rispetto al genio e alla sregolatezza. No, in questa via, invece, ci si può lasciare un poco andare.
Forse non tutti sanno che Brera era chiamata la “Contrada de’ Tett” per la presenza, proprio in questa zona, di case chiuse. Oggi, in questo quartiere, ci si può rilassare e prendere un aperitivo, camminare per le sue viuzze, entrare nei suoi negozi, scoprire cortili e corti e magari sedersi di fronte a qualche “mago” improvvisato per farsi leggere la mano. Qui, soprattutto nelle piccole vie dei dintorni, dove è bello perdersi come in un dedalo incantato, c'è il lusso discreto di tante botteghe, negozi, locali e naturalmente corti che nascondono infiniti tesori, da scoprire e raccontare.
VIA MONTENAPOLEONE E IL QUADRILATERO DELLA MODA
Via Montenapoleone e dintorni: Borgo Spesso, Via Spiga, via Santo Spirito, via del Gesù, via Sant’Andrea.
Dal medioevo al 1700, questa strada non si chiamava con il nome odierno che tutti conosciamo, ma era nota come Contrada di Sant'Andrea, una zona che fin dal diciottesimo secolo pullulava di conventi e chiostri con i classici e immancabili orti: quelli delle Francescane Zoccolanti, delle Orsoline, delle Agostiniane, delle Benedettine, che si estendevano fino alla cinta del Naviglio. Questi erano proprio i Borghi di Sant'Andrea, del Gesù, del Santo Spirito e di quello che, più tardi, fu chiamato Borgospesso, perché l'Ottocento, spadroneggiando, lo intasò di caseggiati. Poi, verso la fine del 1700, i nobili milanesi presero possesso di questa zona, togliendola alle monache e ai conventi e inglobando gli orti claustrali come giardini.
Dalla fine dell'Ottocento la strada si caratterizzò sempre più per il lusso: sempre più famiglie ricche e importanti vi si trasferivano e, al tempo stesso, uno dopo l'altro aprivano lo sportello diversi antiquari e gioiellieri di fama internazionale.
Via Monte Napoleone divenne una delle vie più importanti dello shopping mondiale a partire dagli anni ’50 grazie ai suoi negozi del lusso quali Gucci, Dolce e Gabbana, Prada, Louis Vitton, Dior e molti altri! facendo convergere qui carrettate di turisti assetati di shopping.
In questa zona cosi ricca di storia potevano mancare meravigliosi cortili tipici dell’aristocrazia milanese? Certo che no. Grazie alla presenza di numerosi negozi all’interno dei cortili è possibile visitare luoghi meravigliosamente lussuosi e si può sognare come sarebbe abitare in palazzi cosi preziosi da essere scelti dai più ricchi cittadini Milanesi. Niente però può battere il Palazzo del Museo Bagatti Valsecchi con la sua torre e il suo doppio cortile con vista anche su Via Santo Spirito (vedi foto sopra).
Ad un passo dall'effervescenza del quadrilatero della moda si trova la stretta Via Borgonuovo, caratterizzata da palazzi intrisi di storia, cortili affrescati e giardini lussureggianti. Percorrendo questa stretta via si può spaziare dal rigore del Neoclassicismo ai divertimenti della Belle Époque.
Il quadrilatero della moda nasconde cortili meravigliosi che oggi rappresentano una location prestigiosa per negozi griffati, ma che, alzando lo sguardo regalano l’emozione di tornare indietro nel tempo.
PORTA VENEZIA E CORSO BUENOS AIRES
La Porta attuale, fino al 1860 Porta Orientale, fu costruita tra il 1827 e il 1828 su progetto di Rodolfo Vantini per sostituire il pre-esistente complesso di Giuseppe Piermarini e fu utilizzata, in epoca neoclassica, come barriera daziaria e come ingresso trionfale.
Ai nostri giorni l’imponente mole dei caselli daziari di Porta Venezia sorvegliano orgogliosamente il fluire del traffico che si snoda attraverso e attorno a loro, incanalando la frenesia di migliaia di veicoli in Piazza Oberdan, dove un tempo verdeggiavano gli orti e i giardini.
Nel XV secolo fu necessario costruire, poco fuori da Porta Orientale, un lazzaretto, lo stesso di cui parla Alessandro Manzoni nei “Promessi Sposi”. Gli anni passarono, la peste sparì e il lazzaretto fu distrutto. In quest’area sorse un quartiere popolare e, proprio perché nei pressi sorgeva una chiesa dedicata a Santa Maria di Loreto, alla nuova via venne dato il nome di Corso Loreto.
Nel 1906 poi, in occasione dell’Esposizione universale che all’epoca aveva come tema quello dei Trasporti, Corso Loreto fu cambiato prima in Corso Buenos Ayres, poi Aires. Il nome fu scelto, provocando non poche critiche, non solo per promuovere un’immagine internazionale della città, ma soprattutto per commemorare la massiccia immigrazione italiana nei paesi Sud Americani. Nacquero così Piazza Argentina e Piazzale Lima in onore di chi emigrò in Sud America. Sul lato Est del Corso gli edifici erano abitati prevalentemente dalla borghesia milanese, mentre sul lato Ovest il quartiere era più popolare.
Grazie alla sua storia è possibile oggi ammirare diverse corti, entrando nei portoni che si aprono tra i molteplici negozi di questa zona.
MILANO, I SUOI CORTILI, IL MIO AMORE
Come generalmente mi accade, questa serie di foto, nasce un po’ per caso.
Mi trovavo in zona Porta Venezia per una conferenza e naturalmente avevo con me la mia fedelissima fotocamera. Sto camminando a due passi dalla fermata della metro e mi accorgo di un gruppetto di curiosi che sta guardando attraverso un portone, mi avvicino e il mio sguardo si illumina: una delle corti più belle che abbia mai visto. Un bellissimo porticato con lampadari in ferro, un cortile, un pozzo nel mezzo ornato di fiori e sopra al colonnato diversi mezzi busti in pietra, che ora so essere una rappresentazione dei personaggi dei Promessi Sposi. Ammiro, chiacchiero, scatto un paio di foto da fuori e sto per andarmene quando...trovo il coraggio e chiedo al custode se posso entrare a fotografare. Ecco, questa è stata la prima foto di questo lungo viaggio tra le vie, i portoni e i giardini della “mia” Milano.
Non avevo ancora in testa che avrei potuto continuare, ma il risultato mi piaceva ed ogni qualvolta mi trovavo in centro cercavo di trovare il cortile successivo da immortalare. Ben presto però si è posta la domanda che ogni fotografo dovrebbe porsi prima di fotografare: “perché??”.
La prima risposta è arrivata veloce e potente: io amo Milano!